venerdì, novembre 09, 2007

Grappa.

Mio padre era militare di carriera.
Suo padre era nato il 4 novembre.

Abitiamo relativamente vicini al Monte Grappa e così sabato 3 novembre siamo andati a fare una visita al sacrario che sta su, in cima.

Il cielo è così terso che già dal rettilineo che percorro ogni mattina per recarmi al lavoro è possibile riconoscere la cima troncata dal segno bianco di marmo-pietra del monumento.
Sono anni che non torno su quella cima. Mi ci aveva portato mio padre più o meno alla stessa età che oggi hanno i miei bimbi. Ricordo poi di una domenica pomeriggio con degli amici, perché non c'era altro da fare.

Quando arriviamo sono le 16, l'aria è gelida qui a 1700 metri ma il sole non è ancora tramontato.
Andiamo su, per la scala di cemento e siamo già dentro l'ossario degli austriaci, i nemici. I nomi sulle identiche mezzelune di bronzo che chiudono i loculi dicono storie diverse e comuni. Ce n'è anche di più grandi per i troppi morti ignoti.
Sono di più i semicerchi di pietra, gradini circolari e le file ordinate di questi sigilli di bronzo dalla parte italiana del sacrario.

Non mi decido se è bello il sacrario. Non credo neanche debba esserlo.
Il panorama attorno è stupendo, con la palla di fuoco del sole che improvvisamente scompare dietro una cima, il cielo è rosa e viola e dall'altra parte le Dolomiti che si stagliano bianche sull'azzurro cupo mentre più giù il Montello, la pianura si sta accendendo di luccicanti lampioni bianchi e giallarancio.

Devo rispondere ai miei piccoli, alle loro domande sulla guerra, mentre sono affascinati dai cannoni leggeri che uccidevano e ora sono sigillati, mentre camminano stanchi di tutte quelle tombe uguali.
Devo trovare delle risposte. Anche per me.

p.s.: Post scritto, non finito e lasciato lì per un po' prima di pubblicarlo oggi...