martedì, marzo 20, 2007

In Quaresima... ad esempio.

Mi ronza in testa da un po' e, anche se non ho ben focalizzato cosa sia, provo a scriverne.

Il venerdì in quaresima non si mangia carne.
Da cattolico pensante e seguendo i moderni insegnamenti dei preti che mi sono vicini, riconosco che è una regola d'altri tempi e che la sostanza di questa richiesta è quella della "rinuncia per la conversione del cuore".
Da goloso incallito, qualche quaresima fa, sono anche riuscito a privarmi di ogni caramella et similia per i circa cinquanta giorni dal mercoledì delle ceneri alla veglia pasquale (e non se n'è accorto nessuno, per quella storia della mano destra e della sinistra che non si conoscono).

Eppure vivo personalmente che sempre più ho difficoltà ad accettare l'imposizione del "venerdì di magro". L'alternativa virtuosa, e forse più significativa, diventa un alibi a non rispettare la regola.

Mi guardo intorno e mi pare che sia diffusa questa insofferenza alle regole. Ogni regola.

Sono confuso... mi devo dare una regolata.