martedì, luglio 25, 2006

Incrocio le dita.

Ho sempre aspettato ad attivare un blog.
Ho dato più volte la colpa alla mia pigrizia e all’incapacità di essere costante a questo speciale diario, così come ero stato infedele ai vari diari durante l’infanzia o l’adolescenza.
Allo stesso tempo, il fascino del quotidiano, delle piccole cose, dell’albero che cresce, della goccia che scava la roccia, o, meglio, costruisce stalattiti e stalagmiti dalle forme inconsuete e feconde, della rivoluzione silenziosa, della santità nascosta e del martirio, tutto questo mi ha sempre e inesorabilmente attratto, incuriosito.

Mi ritrovo oggi, a quasi un mese dall’ultimo post, ad avere imparato che ciò che più mi impedisce di tornare qui è la consapevolezza che non c’è nulla che valga la pena di essere scritto per voi, o per quei pochi di voi ai quali sono interessato.

Se anche pubblicassi che oggi avevo un sapore strano in bocca, lo scriverei solo per farlo sapere a qualcuno. E userei le parole precise che ritengo comprensibili al destinatario del mio messaggio.
E incrocerei le dita.

martedì, luglio 04, 2006

Damasco.

Su Radiotre ho ascoltato questa trasmissione nella quale un matematico (da quanto ho capito) affermava che tra i libri importanti della sua formazione c'è la Divina Commedia.
Diceva anche: "l'ho letta quattro o cinque volte".

Non ho mai letto per intero la Divina Commedia; sono invidioso di chi l'ha fatto e di chi è riuscito a leggere i "classici della letteratura"; forse ci sono libri che è necessario leggere; c'è un modo di imparare che è folgorante e inaspettato.

Per l'ennesima volta devo riconoscere che sono pigro.

lunedì, luglio 03, 2006

Il blog è morto... ne faccio uno.

Riflettevo che forse è proprio questo il motivo per cui mi sono deciso ad aprirne uno anch'io.
Sì. In rete circola una discussione sulla morte presunta del blog. Non entro in merito alle questioni.
Qui provo a dire alcune cose:
nessuno di quelli che incontro quotidianamente sa cos'è un blog (tantomeno ne tiene uno);
continuo a leggere sulle pagine di costume o di cultura dei giornali di carta di questa meravigliosa cosa che sono i "diari in rete" con la spiegazione del termine blog, delle potenzialità date dal comunicare senza censure,...;
credo che, come me, molte persone i blog li leggano e mai ci scrivano;
credo che molti che i blog scrivono sentano minacciata la purezza del "loro" strumento di scrittura (più che di comunicazione).
Approfondirò.